
ANATOMIA DELL’ ARTICOLAZIONE TIBIO-TARSICA
L’articolazione della caviglia (tibio-tarsica) è un’articolazione costituita dal mortaio (una formazione ad incavo formata dall’estremo distale della tibia e dai malleoli della tibia e del perone) e dalla troclea dell’astragalo.
La caviglia è sostenuta internamente dal legamento collaterale mediale o deltoideo e lateralmente dai tre legamenti collaterali laterali ossia il legamento peroneo-astragalico anteriore, il legamento peroneo-calcaneare ed il legamento peroneo-astragalico posteriore. L’articolazione infine viene fissata anteriormente e posteriormente rispettivamente dai legamenti tibio-peroneali anteriore e posteriore mentre tibia e perone sono uniti dalla membrana interossea.
FRATTURE TRIMALLEOLARI
Sotto i 50 anni si verificano maggiormente negli uomini che praticano sport ad alto rischio, mentre sopra i 50 anni nelle donne.
La frattura trimalleolare consiste nella rottura simultanea di malleolo peroneale, malleolo tibiale e malleolo posteriore (ossia la porzione posteriore dell’estremità distale della tibia). Generalmente queste fratture sono associate a stiramento o lesione legamentosa.
I fattori di rischio principali sono:
- Traumi a forte impatto causati ad esempio da incidenti stradali;
- Traumi sportivi da impatto o con movimenti eccessivi di torsione o rotazione della caviglia;
- Cadute accidentali, domestiche o nello svolgimento dell’attività lavorativa (in particolare in soggetti con struttura ossea deficitaria come nel caso dell’osteoporosi).
In genere le fratture composte vengono trattate con l’immobilizzazione gessata, mentre le fratture scomposte tramite fissazione interna; nel caso delle fratture trimalleolari, data la loro gravità, vengono quasi sempre trattate chirurgicamente.
TRATTAMENTO RIABILITATIVO
Dopo l’intervento chirurgico di stabilizzazione il carico non è concesso fino al consenso dell’ortopedico (all’incirca un mese) pertanto la deambulazione avverrà con le stampelle. Si potrà poi progressivamente aumentare il carico fino ad abbandonarle totalmente.
Gli obiettivi del trattamento riabilitativo sono la riduzione del dolore, il riassorbimento dell’edema, il recupero dell’articolarità, il recupero della forza muscolare, il miglioramento dell’equilibrio e della propriocezione e il recupero del corretto schema del passo.
Nell’immediato post-chirurgico la terapia è diretta alla riduzione del dolore e del gonfiore. Si consiglia quindi l’elevazione dell’arto, l’applicazione di ghiaccio, l’utilizzo di calze elastiche, l’applicazione di argilla, l’applicazione di kinesio tape a scopo drenante, e terapie fisiche come correnti interferenziali, laser, SIT, magnetoterapia (Bemer o Limfa).
Si procede poi progressivamente con massaggio drenante, terapia manuale attraverso mobilizzazioni passive, attivo-assistite e attive della caviglia e del piede, rinforzo muscolare, stretching.
Una volta raggiunto un buon grado di articolarità e forza muscolare si continuerà il percorso riabilitativo in palestra con esercizi strutturati in base alle esigenze del paziente (sportive, lavorative…) volti al completo recupero di forza muscolare, propriocezione, equilibrio e del corretto schema del passo.
In associazione con la riabilitazione a secco è consigliabile, dopo il primo mese, svolgere fisioterapia in acqua termale per un recupero più efficace e precoce della mobilità articolare.
Causa caduta ho una frattura trimalleolare con interessamento del perone e lussazione. Ho 64 anni donna, riprenderò a camminare? Avrò conseguenze. Grazie
Certo. Anche se è una frattura importante il recupero è possibile, l’importante è lavorare e rieducare bene nel primo mese dall’infortnio.
Mi sono operata da una settimana la sera è gonfia e molto arrossata cosa potrebbe essere?
probabilmente tiene la gamba non sempre alta, bisognerebbe creare un dislivello con la caviglia più alta e l’anca corrispondente più bassa.
Buongiorno! ho avuto una frattura scomposta alla caviglia*il malleolo peroneale e inferiore il 26.06 2020 e sottoposta al intervento dopo 3 gg il 29. 06. 2020 gonfio e con ematomi. Dopo 5 mesi di terapie farm, 55 kinezo sala e 10 termale il dolore non passa. Non riesco caminare bene.il dolore e al malleolo inf. Infortunio e stato chiuso un mese fa perché mi sono procurata una distorsione esato al legamento medio tarssiico.come sarà possibile un recupero dalla tutta storia?
Ci vuole pazienza, una frattura scomposta procura sempre una dilatazione dei tempi canonici di recupero
Buonasera sono Maria Paola ed ho 50 anni.
Causa caduta mentre giocavo a Paddel, ho una frattura trimalleolare con interessamento del perone e lussazione.
Dopo il primo mese tolto i gesso, la ferita del malleolo sx non si chiudeva bene e i hanno rimosso la placca dato che l’osso era saldato.
Passato un altro mese dalla seconda operazione, in attesa che la ferita si chiuda perfettamente, sono in ritardo con la fisioterapia di circa un mese e mezzo, si può recuperare il tutto, sono preoccupata di questo ritardo e da domani inizio con la fisioterapia.
dopo una frattura trimalleolare, operata da 55 gg, si può caricare la caviglia senza aver rimosso la vite sindosmosica?
difficile valutare perchè va valutato il tipo di frattura per la tempistica, e dove è stata inserita la vite per la possibilità di concedere il carico. Normalmente va tolta prima di caricare….
Salve,sono un ragazzo di 21 anni e a calcio mi sono procurato una frattura trimalleolare con lussazione,dopo l’operazione tutore walker per 45 giorni poi un altra operazione per togliere la vite sindesmosica. All’incirca secondo lei quanto sarà il tempo di recupero? Ed è normale che ancora non riesco a piegare i diti dei piedi? La ringrazio per la dedica del suo tempo per rispondere alla mia domanda.
La mancata mobilità delle dita dei piedi può essere dovuta alla immobilità o a uno stupore di un nervo irritato nella zona di intervento chirurgico.
In ogni caso è necessario trattare l’avampiede e tutto il comparto per stimolare la zona e attivare la risposta biomeccanica (è solo una indicazione di massima non potendo fare una diagnosi precisa!).
Ok,grazie mille, tornerò a camminare come prima? E all’incirca quali sono i tempi di recupero per questo tipo ti frattura?ho letto in qualche sito che si può iniziare a fare terapia anche nel primo mese ma a me dopo l’intervento chirurgico mi hannno detto di portare questo tutore oppure il gesso,io ho scelto il tutore ma mi hanno detto che lo devo usare senza toglierlo.se può darmi delucidazioni la ringrazio ancora.
Sono operata a marzo da frattura triangolare e adeso Siamo fine di gugnio sto faccendo fisioterapia ancora privata o piede moto gonfio anche se camino con le stampelle ma piu tempo sono sulla sedia a rotele quando riesco caminare normale o 67 anni e o fatto sempre lo Sport e corse nel parco…mi puo dare un consgio per miglioriare e non avere dolore e piede gonfio Grazie
Buongiorno, le darei delle linee guida generali, come ad esempio cercare di stare durante la notte con il piede/gamba alti, così alla mattina iniziala giornata con il piede un po’ più sgonfio. Sarebbe bene utilizzare un gambaletto elastico per la circolazione di tutta la caviglia, gemelli, fino al ginocchio. IL ghiaccio andrebbe applicato ancora per 4-5 applicazioni da 30 minuti l’una, ed eventualmente una ginnastica vascolare utilizzando due secchi, uno di acqua molto calda, e uno molto fredda, immergendo ogni minuto in un secchio o nell’altro il piede per un po’ di volte. Vedrà che appena le permetteranno di togliere le stampelle la circolazione ne beneficierà ulteriormente.
Buona guarigione.
Buongiorno, operata il 25 luglio per frattura scomposta trimalleolare, ho portato tutore walker fino al ginocchio per 35 senza carico e ora tutore aircast bivalba con carico parziale. Il piede, però, è ancora un po’ gonfio e sento molta rigidità fino alla caviiglia. Faccio fatica a deambulare, soprattutto con le scarpe “da ginnastica” strette che mi hanno dato, ma dicono che tutto deve stare stretto. Non ho ancora iniziato fisioterapia. Il 9 settembre avrò la prima visita fisiatrica. È normale questa rigidità e male al tallone che è visibilmente ancora gonfio?
Buongiorno, dopo un periodo di lunga immobilità e poco carico il quadro che ha descritto mi sembra in linea con il decorso classico.
La visita fisiatrica determinerà il protocollo riabilitativo adeguato.
Buongiorno, operata il 2 agosto per frattura trimalleolare, scomposta e sublussata + ricostruzione tendine di chille. 30 gg di gesso e ora tutore Walker per un altro mese, 10 gg no carico, 10 gg carico a sfioro, 10 gg mezzo carico. mi hanno suggerito di attendere per la fisioterapia al prossimo controllo e nel frattempo muovere da sola l’articolazione avanti e indietro senza forzare sul dolore. É corretto attendere o perdo tempo per la riabilitazione? Ho paura perché non piego la falange dell’alluce. Inoltre ho un bruciore continuo nel lato esterno del piede ..come se fosse un nervo sollecitato. Aumenta la notte. Grazie in anticipo per l’aiuto.
La ricostruzione di un tendine d’Achille (con una situazione cmq non semplice) prevede tempi lunghi.
Si attenga a quanto proposto
Buongiorno, ho subito un intervento per frattura scomposta del malleolo peroneale e mi è stata inserita una vita transidesmosica. Mi è stato prescritto di tenere il la caviglia ferma per 40 giorni e poi dopo altri 20 giorni togliere la vite. Dopo i 40 giorni mi è stato concesso di poter muovere il piede e fare carico graduale, tutto ciò l’ho eseguito in un centro fisioterapico, dopo parere del fisiatra. Leggendo vari documenti e post, ho il dubbio che in questi 20 giorni di fisioterapia, avendo fatto un pò di carico e avendo mosso abbastanza la caviglia, il giorno di rimozione della vite si possa rompere. E’ una paura fondata o posso stare tranquillo e tutto andrà per il verso giusto?
Non deve avere timore, la fisioterapia dopo i 20 gg di immobilità va necessariamente fatta per mantenere un minimo di articolarità e funzionalità alla tibio- tarsica. Il perone inoltre non è un osso di carico primario e questo dà ulteriore fiducia che non ci saranno complicazioni.
Buonasera, ho subito un intervento chirurgico il 08- 08- 2022 per frattura trimalleolare a seguito di caduta in montagna durante la discesa di una escursione. Immobilizzata con gesso per 35 gg. Ho iniziato subito la fisioterapia (20 sedute di magneto-terapia, massaggio e mobilizzazione attiva e passiva 90 mn. circa per seduta). A novembre ho subito un nuovo intervento per rimozione di una vite al malleolo interno (si era spostata e causava dolore e infiammazione). Ora ho scarso equilibrio e di notte soffro di formicolio alla pianta del piede e scarsa sensibilita’. Il 18 Gennaio 2023 ho fatto la R.M. ove si parla di distrazione del legamento peroneo-astragalico anteriore, modesta distensione fluida del tendine tibiale posteriore e del.flessore lungo delle dita e probabile edema intraspongioso nel domo astragalico. Ho 70 anni. Cosa mi consiglia? Grazie
Buonasera, il quadro descritto può essere gestito con il protocollo classico di fisioterapia per sfiammare (laser, sit/ionoforesi/kinesi) e la magnetoterapia per altri 20 giorni.
Importante fare un buon recupero di ginnastica propriocettiva e rinforzo della muscolatura tibiale/gemelli.
Questo in teoria.
In pratica va fatta una valutazione dal “vivo” per personalizzare il protocollo.
Buonasera sono stata operata lo scorso anno in data 21 marzo 2022 per una frattura trimalleolare. Ho subito intervento con applicazione di placca e viti in titanio. Ho 40 anni e mi chiedevo se fosse necessario rimuovere i mezzi di sintesi? Ho qualche dolore soprattutto quando fa caldo. Grazie lucia
Salve,
la rimozione dei mezzi di sintesi è una valutazione che va fatta a distanza (quindi anche ora) con il chirurgo che l’ha operata, ragionando su fastidi, dolori, scarsa mobilità. Non c’è una regola precisa.
Salve il 4luglio per una caduta ho subito frattura trimalleolare scomposta e frattura parte terminale tibia e perone sono stata operata ed ho divieto di appoggiare il piede a terra di tenerlo alto. Fra un po’ dovrò fare rimozione della vite transidesmodica e volevo sapere dopo quanto tempo potrò fare scale camminare e se secondo lei dovrò usare il tutore Walker o le stampelle.
Buongiorno, le variabili sono troppe per dare una tempistica corretta. Stampelle e/o Walker serviranno quando le concederanno il carico, ma per quanto e come non è possibile ipotecarlo.
Abbia pazienza, un po’ di cautela all’inizio esclude altri problemi dopo. Consigliamo solo di fare della magnetoterapia per aiutare il consolidamento delle fratture.
Buongiorno, mio figlio di 24 anni è stato operato il 28 luglio per una frattura trimalleolare scomposta. Gli è stato detto che può caricare da circa 10 giorni, ma lui non riesce a causa di un dolore intenso soprattutto alla pianta del piede quando appoggia. Sta facendo fisioterapia con tecar e mobilizzazione passiva e attiva in un centro molto attrezzato nella nostra zona. Quello che mi chiedo è se è normale che abbia ancora tanto dolore. La ferita non è ancora guarita al punto da poter pensare all’idrokinesi terapia nella quale io ho molta fiducia.
Buongiorno, possibile che ci sia un po’ di algodistrofia (prevedibile) per il non-carico prolungato. L’inizio del carico dà comunque un risentimento iniziale. Bisogna avere molta pazienza
Buongiorno sono passati più di sette mesi dalla frattura trimalleolare tibia e perone ma la parte interna del piede dove ho i chiodi rimane tuttora molto gonfia e dolente. Inail vuole farmi uscire dall’infortunio, l’ortopedico che mi ha operato vorrebbe togliere i mezzi di sintesi a Dicembre. È corretto ? Io non cammino correttamente e tornare in lavoro in qst condizioni mi sembra prematuro.
Buongiorno, attendere ancora per valutare i postumi è legittimo. Se l’ortopedico ha proposto questo completamento della cura, attenderei il post intervento prima di chiudere la posizione Inali/infortunio.
A inizi agosto 2023 causa banale storta, ho subito una frattura trimalleolare alla caviglia destra, operata con placca e viti.
A distanza di sei mesi dall’ operazione, ho ancora forti dolori che spesso mi fanno un po zoppicare (ovviamente non riesco a correre); il dolore più acuto è sul dorso del piede.
A gennaio 2024 ho ripreso il lavoro (sto 6 ore in piedi con scarpe antinfortunistiche essendo magazziniere).
Una ecografia fatta a metà febbraio riporta:
”
. . sottile falda denso fluida iscritta a livello dei tessuti molli perimalleolari a sede mediale…
ispessimento e disomogeneità /ipoecogenita’ del legamento peroneo astralgico anteriore che appare contornato da modesta raccolta denso fluida, come per lesione parziale..
Nulla carico del compartimento anteriore..
”
Mi è stato detto che servono ancora tanti mesi per un recupero migliore.
Avete consigli in merito?
Grazie
Il fatto che un esame ecografico evidenzi una lesione di un legamento della caviglia mi pare del tutto prevedibile vista l’importanza della lesione subita (distorsione con fattura trimalleolare). L’esame evidenzia che ora c’è ancora della infiammazione (oltre alla lesione pregressa) dovuta probabilmente al sovraccarico e impegno delle caviglie con le scarpe antinfortunistiche. Tratterei la cosa con terapie antinfiammatorie (fisioterapiche o farmacologiche) affidandosi a un ortopedico che valuti il grado di infiammazione.
Buongiorno,
Sono stata operata il giorno 28/08 per una frattura trimalleolare scomposta. Ho utilizzato una valva gessata per circa 20 giorni fino alla rimozione dei punti con sostituzione della valva con un tutore walker. Da quando utilizzo il tutore walker ho male al dorso del piede costantemente nonostante io tenga sollevato il piede e non abbia ancora fatto nessun carico. Ho la sensazione che la caviglia sia affaticata nonostante sia immobile tutto il giorno se non per la pulizia delle cicatrici a cui faccio il massaggio con una crema specifica. Mi chiedo se sia normale avere questa sensazione di affaticamento e di dolore costante o se sia il caso di fare un controllo. Dovrei fare i raggi e il controllo ortopedico il 04/10 ma ho paura che qualcosa non stia andando come si deve. Inoltre le mie cicatrici sono piene di croste (credo) nere che nonostante i massaggi restano invariate. C’è la possibilità che rimangano così per sempre?
I tempi sono lunghi comunque e in questo periodo è normale avere queste sensazioni.
Si presenti al controllo ortopedico del 4 ottobre, mentre le croste si staccheranno col tempo, non sono indice di un problema.